LETTERA APERTA Oggetto: Centro Regionale S.Alessio Margherita di Savoia per Ciechi di Roma Onorevole Presidente Polverini, con sorpresa e sgomento ho appreso, unitamente ai dirigenti e soci dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Latina, le speciose e infondate motivazioni per le quali Lei non intenderebbe rinnovare l’incarico a Donato Robilotta presso il Centro Regionale S.Alessio per ciechi di Roma. La Sua infelice decisione, con le motivazioni addotte, se attuata offenderebbe ingiustamente una persona perbene e con lui, l’intera comunità dei ciechi che ne hanno potuto apprezzare l’operato. Se Lei, On. Polverini, non confermerà Donato Robilotta nel suo incarico, renderà palese che il buon senso e la correttezza non sono caratteristiche che appartengono al Suo ruolo di Presidente della nostra Regione. Lei, On. Presidente, dopo aver affermato di voler estirpare il tumore presente nella Regione come ha estirpato quello presente nella sua gola, con il mancato rinnovo dell’incarico a Robilotta si limiterebbe ad estirpare il solo e quanto mai raro “germe dell’onestà” presente nell’attuale gestione del Centro S.Alessio, aggiungendo ulteriore discredito nella gestione politica dell’Amministrazione Regionale. Il Centro S.Alessio da molti anni attendeva una gestione trasparente e corretta del suo immenso patrimonio immobiliare e quando Lei, On. Polverini, ha annunciato la nomina di Donato Robilotta presso l’Ente, i ciechi e gli ipovedenti del Lazio hanno condiviso quella Sua scelta, perché lo stesso Robilotta, a prescindere dalle sue posizioni politiche, risultava essere da tutti conosciuto e apprezzato per la correttezza dei suoi comportamenti. Lei, On.Presidente, che nel corso della Sua gestione, in soli due anni, ha già nominato due Commissari, dovrebbe comprendere che il continuo avvicendamento di personaggi nella gestione dell’Ente rischia di interrompere l’opera di risanamento avviata e di portare al dissesto finanziario l’Ente stesso, con la conseguente interruzione dei servizi assistenziali, riabilitativi e formativi di cui i ciechi e gli ipovedenti hanno assoluto bisogno, specie in questo periodo che coincide con l’avvio dell’anno scolastico. Donato Robilotta, nel corso del suo mandato, ha programmato le attività assistenziali dell’Ente collaborando e incontrando settimanalmente i rappresentanti dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti del Lazio. Donato Robilotta ha concordato anche con l’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti del Lazio la scelta di valorizzare il patrimonio immobiliare dell’Ente e di cederlo in locazione indicendo gare pubbliche, con prezzi determinati dall’Agenzia del Territorio ed evitando le possibili assegnazioni clientelari, delle quali nel tempo molti politici si sono avvalsi. Donato Robilotta ha improntato il suo operato rispettando la dignità e il ruolo dei ciechi e degli ipovedenti e della loro organizzazione, mettendo in atto il principio del “niente su di noi, senza di noi”. In coscienza, On. Polverini, se a quella gara indetta da Robilotta, in modo del tutto trasparente e legale, al posto di Fiorito avesse partecipato e vinto l’On Berlusconi oppure qualcuno dei suoi stretti collaboratori, avrebbe dato in testa allo stesso Robilotta come ingiustamente ha fatto? Alla luce di quanto emerso nel Consiglio Regionale, ci mortifica il fatto che Lei, On. Presidente, dopo aver pubblicamente denigrato l’operato di una persona perbene come Robilotta, debba rappresentarci nella prestigiosa sede della Regione Lazio, avvalendosi del sostegno e del consenso dei tanti Fiorito presenti nel Consiglio Regionale. Lei, On. Polverini, forse non sa che mentre i suoi Consiglieri gozzovigliavano e dilapidavano ingenti somme di denaro pubblico, la Sua Amministrazione ha effettuato tagli ai servizi assistenziali, riabilitativi e formativi destinati ai ciechi e agli ipovedenti e che non ha erogato nemmeno i contributi già deliberati da quattro anni a questa parte in favore dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, la quale si è vista costretta a limitare le attività delle proprie sedi provinciali. Lei, On .Presidente, non conosce i rappresentanti dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, né mai ha trovato il tempo per incontrarci, ma se vorrà fissarci un incontro potremmo dimostrarLe che come persone non vedenti mettiamo, per puro spirito di solidarietà, a disposizione di altri cittadini ciechi e ipovedenti la nostra esperienza e le nostre conoscenze, anche per sopperire alla carenza dei servizi che la Regione dovrebbe erogare. Potremmo dimostrarLe anche la nostra capacità di confrontarci con rispetto per superare ogni possibile malinteso e potremmo invitarla partecipare ad una nostra cena al buio che Donato Robilotta, un amico che i ciechi hanno acquisito, con la conferma dell’incarico in tasca, potrebbe organizzare proprio presso il Centro S.Alessio, quale sede naturale dei ciechi stessi. Un’ora passata al buio con noi potrebbe illuminare le Sue scelte al fine di renderle più consone alle effettive esigenze dei cittadini, quali anche i ciechi sono. Se invece il Suo vero obiettivo è quello di annettere il patrimonio dell'Ente S.Alessio al patrimonio della Regione, nel tentativo di attenuare il deficit di bilancio della stessa Regione, sappia fin da ora che i ciechi e gli ipovedenti del Lazio non glielo consentiranno e saremo noi a fissare il giorno in cui pretenderemo di incontrarLa. Con osservanza restiamo in fiduciosa attesa. Latina lì 24 settembre 2012 Il Presidente Carlo Carletti